Il dojo è il luogo in cui si pratica la Via (“Do”). Un posto dal quale il quotidiano, con i suoi problemi e le sue preoccupazioni, dovrebbe rimanere fuori. Un luogo nel quale lo stare assomiglia al gesto di sedersi in seiza con gli occhi chiusi oppure di alzarsi e abbassarsi leggermente in punta di piedi: un modo per separarsi dalle emozioni negative e poter lavorare sulla propria unità di mente e corpo.
Alcuni dojo, in particolare quelli dedicati essenzialmente o esclusivamente alla pratica, hanno la caratteristica di farti sentire come a casa. Questo è quanto mai vero nel caso del Punto Ki Torino di Donato Campagna sensei.
Del resto…il dojo è stato REALMENTE ricavato dentro casa sua!

Il padrone di casa intrattiene un ospite facendo da uke
E come ogni casa rispecchia i tratti di chi l’ha concepita e la abita, così il Punto Ki di Torino rispecchia in pieno l’animo del suo creatore: eclettico e un po’ folle, ma pure profondamente generoso. E soprattutto profondamente innamorato del ki aikido.
Così dopo la lezione ci si può rilassare sul divano o accomodarsi sulla poltrona massaggiante, si può leggere un bel libro (rigorosamente sull’aikido!) preso dalla libreria o prendere un aperitivo prima di pranzare o cenare tutti insieme in terrazza con cose buone fatte in casa.
Tutto come in famiglia. E in effetti mamma, moglie e figlia di Donato sono pesantemente coinvolte nell’organizzazione e gestione del seminario. Spinte in questo caso non dall’amore per il ki aikido, ma – sante donne! – da quello per lui!
Un ambiente del genere è positivo per la riuscita di un seminario, perché mette a proprio agio i praticanti e ne favorisce la concentrazione.
Anche andare ai seminari infatti è un ottimo modo per staccare dai pensieri e concentrarsi su un buon lavoro di unificazione mente – corpo, aiutati ovviamente dai propri compagni di pratica.