Ho sempre avuto un approccio molto ottimista sull’incastro delle attività nelle 24 ore e forse ancora di più nella settimana, quasi una capacità infinita sull’orizzonte mensile. Adesso fra caselli autostradali e zone industriali ammetto che ho dovuto rivedere qualcosa.
Ma ciclicamente mi riassale la tentazione del controllo onnisciente dello spazio temporale. Quindi provo a fare un doppio report: stage del doshu a Figline e lezione da Mario oggi 16/12 .
Nel mio percorso di pratica ho avuto la fortuna di seguire il doshu dai primi anni 90 e oltre la nostalgia, ricordo due elementi che mi hanno sempre appassionato :
praticare la meditazione come se fossimo già illuminati e la necessità di avere una teoria per sviluppare la pratica
Quindi mente sempre avanti e una visione del movimento della pratica oltre la necessità immediata. La pratica deve essere di ampio respiro,occorre praticare per conoscere la nostra posizione nell’universo e partecipare al suo sviluppo. In aikido pratichiamo per migliorare il contesto puntuale , il momento in cui siamo e la sua forma, ma non solo per soddisfare la nostra sete.
Il Doshu ha ulteriormente approfondito l’espressione delle relazioni, la forma in movimento e la forma che muta con la consapevolezza della percezione. Abbiamo ripreso il “ nuovo tsuzuchi katatori, ikkyo, nikkyo sankyo e yonkio con un attenzione alla mutazione delle condizioni che generano la tecnica, che la fanno emergere, venire a galla. Poi cambia il “ verso “ della presa di katatori, uke gira il polso verso il basso e fa sparire le condizioni per fare il prime 4 tecniche allora il nostro corpo cambia stato e entra in tenshin quindi kokyunaghe, zemponaghe e kirigaeshi . Ora 7 tecniche hanno completato un quadro che sembrava solo abbozzato durante la stage di ottobre.
I punti concentrano la collisione e le linee liberano dagli schemi e dai dogmi.
La partecipazione è stata piacevole, anche la presenza di praticanti di più stili aiuta a capire . E come spiegava il doshu ,abbiamo consolidato la nozione di comprendere per similitudini e differenze .
Mentre oggi Mario, per farci gli auguri, ha scelto una nuova formula e ha chiesto ai responsabili di dojo di fare venti minuti di lezione a teste .
Ci siamo trovati per tre ore di lezione condivisa e insieme . Tecniche, misogi bokken e jo, ognuno di noi ha mostrato la sua forma ed è stato bello . Praticando ti accorgi che cambiare velocità può mostrarti anche altri elementi e che cambiare stato è un esigenza fisiologica ciclica,solida , liquida gassosa ,ma sempre mutabile.