Sabato 10 febbraio si è tenuto al Ki Dojo di Firenze il secondo memorial in ricordo del Maestro Beppe Ruglioni ed è stata proprio una bella giornata di pratica. Carica di passione e di stimoli. Ricca, avrebbe detto lui.

I due maestri
Davide Rizzi e Mirco Angeletti si sono alternati sul tatami e hanno reso omaggio alla memoria di Beppe in modo diverso, ma ugualmente efficace.
Davide ha incentrato la lezione su una caratteristica dell’aikido assai amata da Beppe: quella di lasciar andare, di guidare l’intenzione di ukemi senza dominarla. Un lavoro all’insegna della naturalezza e del “non voler aggiungere nulla di più di ciò che serve”, elemento che Davide ha rivendicato come vero “salto di qualità” del suo percorso di studio di questi ultimi anni.
Una circostanza divertente il fatto che, avendo lezione la mattina, sia toccato proprio a lui il misogi, pratica oggetto di un annoso dibattito tra Davide e Beppe. Il ritratto sorridente del suo maestro si è quindi preso una dolce rivincita, osservandolo spiegare i tre ritmi coordinati con il movimento della spada. Affrontati peraltro con un taglio assolutamente personale rispetto a quella abitualmente proposto.
Mirco invece ha mostrato movimenti originali e creativi, esprimendo anche lui un approccio molto personale e soprattutto orientato ad una dimensione più ampia dello spazio del tatami. Uno studio di “aikido in daily life” genuino, nel quale ho ritrovato più di un eco dell’insegnamento della sua maestra, Renata Carlon e che Beppe avrebbe molto apprezzato, insieme al suo coraggio nel ricordare a tutti in finale di lezione che quando un pilastro scompare, tocca a coloro che gli sono più vicini prendersi la responsabilità di sostenere la casa.

Sorrisi
Il memorial è stato anche l’occasione per i maestri dei bambini di Mogliano, Firenze e Lastra a Signa di pianificare il Gasshukids di Firenze del prossimo maggio, che già dal programma si preannuncia sempre più appetitoso. Un’altra iniziativa fortemente voluta da Beppe, che anno dopo anno cresce in durata e qualità della proposta di pratica.
“La relazione muove le persone, fa fare loro centinaia di chilometri” ha detto Mirco. E’ vero. E il Ki Dojo di Firenze, come tante altre volte, sabato è stato un luogo che la relazione tra i praticanti ha colmato di affetto, bellezza e un po’ di emozione.
Quella che tutti hanno provato quando Davide prima del saluto ha ricordato che più di una volta aveva immaginato che un giorno magari Beppe sarebbe stato impegnato in un seminario all’estero e a lui sarebbe stato chiesto di fare lezione al consueto incontro mensile degli istruttori. “L’occasione è venuta diversamente”, ha detto.
Le occasioni vanno cercate e costruite. Non solo attese. Anche questo è aikido.
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