Dicembre è stato un ottimo mese se consideriamo la pratica, ma sopratutto se consideriamo il tempo come una dimensione densissima .Ora lavoro lontano dalla mia casa e sono riuscito a dedicare alcuni momenti di pratica che mi hanno permesso di rivedere il mio approccio con alcune attività e non solo nel correre sul tatami.
Mattia mi consiglia di espormi ai raggi gamma e trasformare il mio dna in qualcosa di super
In passato mi interessava molto di più di arrivare sul tatami in tempo che riflettere sulla pratica. Ho consumato una gran quantità di energia, ma quasi non facevo in tempo a rendermi conto di cosa stessi facendo che era già l’ora di orientarsi su un altro obiettivo.
Sono stato sempre frenetico per attitudine, impaziente, ma adesso non mi è più sufficiente correre sul tatami, Mattia mi consiglia di espormi ai raggi gamma e trasformare il mio dna in qualcosa di super ma per quanto mio figlio sia mosso da affetto sincero, non vedo la possibilità attuabile.

In occasione dello stage di Figline, due correzioni del Doshu mi hanno fatto pensare al mio attuale approccio alla pratica dove mi sentivo forte, su cui ho investito tempo e ho provato ad esplorare più profondamente dentro di me
Il tempo della correzione, non oltre i 30 secondi, si è dilatato e mi è rimasto addosso tutta la lezione. Era il mio ego ad essere il più attivo dei mie molti “ se “, non si dava pace. Un po’ come quando ascolti la tua voce da una registrazione e dici …ma quello non sono io .. io sono meglio. Questo ha permesso di riazzerare tutto come un reboot e di praticare come se fosse la prima volta. Senza aspettative da samurai salvamondo e ascoltando non le parole. Praticare in modo spontaneo e cercare di vivere la pratica assomiglia a quando la mattina ti alzi e corri al buio, ma dopo un pò arriva il sole e l’aria è fresca e brucia come un bicchier d’acqua dopo una fisherman .
Noi durante la pratica cerchiamo di dare il buon esempio e i nostri movimenti sono l’espressione del concetto che stiamo esprimendo. La forma è vista come espressione delle relazioni, dei movimenti diversi, fusi insieme dall’intenzione. Come sommario di stagione vedo il bisogno di una nuovo, sostanzioso misogi per purificare e rinnovare lo spirito.Sento di dover effettuare un ritorno alle basi , inviare il KI.

Verso fine dicembre Mario organizza abitualmente una lezione tenuta da i suoi resp di Dojo. Tutti insieme contribuiscono per 20 minuti . Il tema è libero e si può anche praticare in modo diverso la stessa tecnica . Rivedere cari amici è confrontarsi con persone che stimi e spesso hai usato anche come riferimento. Nei miei venti minuti volevo lavorare su nikyo, però partendo da una presa sul dito indice e provare a lavorare sulla forma e sullo spostamento in un altro contesto. Il lavoro sulle dita mi ha sempre affascinato e lo trovo vicino alla mia interpretazione di pratica. Sapevo di avere 20 minuti e avevo organizzato la lezione su tre temi. Avevo pensato di porre attenzione su elementi, che non fossero propriamente tecnici e visto il tipo di“ classe” che avrei avuto davanti, volevo puntare su :
- l’approccio ad una situazione critica
- la flessibilità, l’adattamento
- la visione oltre il problema
Sembra che il tempo si riaddensi e i mie venti minuti volano lasciando molti temi aperti per il prossimo anno. E anche qui vedo che il modo di sviluppare i concetti ipotizzati avrebbe avuto bisogno di maggior fluidità per adattarsi ai venti minuti . Anche il resto della lezione corre verso la fine lasciando il tempo per gli auguri e un brindisi. Quando il tempo è pieno di significato,fatichiamo a appropiarcene.
Abituamente la fine dell’anno è tempo di valutazioni e di buoni propositi quindi vi abbraccio e mi auguro di avere “ miglior “ tempo di pratica insieme
Omedeto & buon anno