Anche se in modo un po’ cinico, questo periodo mi sembra molto darwiniano. È sicuramente iniziato un periodo di cambiamento, buono o meno non lo so, ma sicuramente dovremmo adattarci ad un nuovo ambiente, e per citazione, la specie che non si adatta è destinata ad estinguersi. La stagione di pratica era iniziata in modo molto positivo, sembrava che niente ci potesse fermare. Un sacco di persone che venivano a provare la lezione, tornavano entusiasti e già con i dogi. Il clima era buono la forma della pratica era ricca e la lezione stava trovando un nuovo equilibrio. Le due ore sparivano e la mente si proiettava alla lezione successiva.

Poi inizia il rimbalzo della notizia su una nuova sars e subito vedo due grandi fazioni nascere; i complottisti e gli indifferenti. I miei ricordi vanno velocemente alla mia vecchia esperienza di lavoro in china, proprio in quelle zone e al mio zainetto tattico. Con tutto il necessario per sopravvivere 48 e con un gioiello comprato su internet made in Usa. una cannuccia di metallo con filtro che prometteva di filtrare anche le pozzanghere di Nairobi. Avrebbe reso qualsiasi poltiglia come una fonte di montagna. Addirittura, approvata per una apocalisse zombie. La dogana chinese con i termo scanner e tutti i controlli fatti fra Hong Kong e Shenzen. Il funzionario della dogana che mi chiede “in chinese“ di seguirlo per un ispezione e mi tiene in piedi in una stanza vuota per 3 ore. Pensavo fra me e me che sto Covid era una puttanata, che non tange l’uomo ragno. Mercoledì 4 marzo mi trovo alla reception della palestra che discuto con la proprietà per le misure da applicare, un’ora dopo decido la sospensione. Pochi giorni dopo arriva l’ordine il decreto e tutte le attività sportive sono sospese, inizia il lockdown. Il 5 rientro dal lavoro e scatta la quarantena. iniziano i 14 giorni chiuso in casa. Invio regolarmente i dati della temperatura al medico. Sto bene non ho nessun sintomo, ma mi prende male tutto si è sgretolato e non posso fare aikido. Non posso andare al lavoro, neanche in mtb, il mio mondo è freezzato e mi sfogo solo con i kettlebell. Poi il piccolo di casa mi dice “ Babbo non mi importa se non andiamo in vacanza, mi basta che stiamo insieme “ mi sento una merda e ci guardiamo un uomo ragno contro l’avvoltoio.
Riprendo il concetto espresso all’inizio, sento il periodo darwiniano e quindi se non mi adatto non ho molte altre possibilità, allora avanti cerco di organizzare i circuiti mattutini per tutta la prole e funziona ci divertiamo e allentiamo la tensione da reclusi. Ma ancora non ho trovato come fare aikido. Mi fa male la schiena e allora , senza un particolare motivo razionale, inizio l’allenamento con la respirazione, poi educativi e taiso. Ma manca ancora qualcosa, Intanto Samuela inizia a fare le meringhe, Io chiedo aiuto alla figlia grande, mi faccio riprendere mentre faccio alcuni educativi. E li condivido nel gruppo. Meglio, iniziano le richieste per il taiso , bokken etc… bene qualcosa si muove. il mio pc ha tutte le piattaforme del mondo, per le video call, quindi provo con Zoom. Facciamo una lezione in salotto, allora via parte l’invitation e siamo collegati solo in due. “Scusa non avevo capito l’orario” , “non tiene la connessione”, “ sono a fare la spesa” . Tutto normale, ma la seconda volta siamo tutti connessi addirittura un amico dall’Argentina.
Abbiamo cambiato la forma e senza spostarsi.
Le forme della convivenza in casa cambiano, ora abbiamo tempo di stare insieme e possiamo fare i compiti, colazione insieme e scambiandoci non solo rapidi saluti. Abbiamo iniziato la panificazione di tutto quello che il forno può contenere. E il pane cambia sapore, caldo appena fatto come nell’ideogramma del ki il vapore si leva verso l’infinito.

Mentre cerco spunti per la lezione della sera La Samu prepara le meringhe e la preparazione delle meringhe ha dei tempi che ricordano l’apprendimento di una disciplina come la nostra. Semplice negli ingredienti, dalle linee meravigliose e vive. buona da morire e energetiche. Oltre a mangiarne una teglia e sentirmi molto bene trovo più naturale cambiare punto di vista, non dare nulla per scontato. Dagli affetti, alla pratica quotidiana, ai risultati di un esercizio. Il sentirsi molto di passaggio deve essere uno spunto per godersi il momento. L’essenza della ricerca come sviluppo per costruire il prossimo passo.
Il mio prossimo pensiero è come organizzare la pratica dopo l’estate, sarà possibile praticare insieme con la mascherina? Comunque sia il percorso per tornare alla nostra pratica, dovremo estendere talmente il ki da superare tutte le distanze imposte, dovremo cercare il polso di nage oltre i confini del Dojo .